Lungo un percorso di 29 chilometri che va da Trapani a Marsala costeggiando la laguna dello Stagnone, si susseguono colline bianche dal candore abbagliante che luccicano al sole e vasche di acqua limpida, le Saline. Gli itinerari turistici per visitarle si snodano lungo gli argini dei bacini e, percorrendo le sponde delle vasche per la cristallizzazione del sale, raggiungono gli isolotti su cui troneggiano mulini a vento restaurati, una volta gli strumenti principali per pompare acqua e macinare il sale. Un panorama tutto da godere, preferibilmente al tramonto, quando si tinge di rosso.
La prima tappa della via del sale è Nubia, sede del WWF, che gestisce la Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco.
Qui, in una casa salaria vecchia di 300 anni, è stato istituito un Museo del Sale. Vi sono illustrate le fasi della lavorazione del sale e conservati alcuni attrezzi utilizzati per l’estrazione e la raccolta: ingranaggi di mulini, pale, ruote dentate, spine, pignoni. I pannelli esplicativi alle pareti e le foto dei salinari al lavoro permettono al visitatore di immergersi nel mondo delle saline. Si tratta di un mestiere poco conosciuto, una volta tramandato da padre in figlio, fatto di passione e rapporto con il mare.
Seguendo la strada principale SP 21 in direzione dello Stagnone, si trovano le saline di Ettore e Infersa.
È grazie alla passione di questi due uomini, che hanno restaurato e rimesso in funzione un mulino vecchio di oltre cinquecento anni, se ancora oggi è possibile assaporare il fascino del lavoro di un tempo. Il mulino a stella o “olandese” è composto da un tronco conico, da una cupola e da sei pale di forma trapezoidale con lo scheletro in legno, cui vengono applicate le vele in tessuto che si muovono al vento. All’interno un complesso sistema di ruote dentate ed ingranaggi consente di orientare la cupola e le pale sfruttando l’energia eolica per macinare il sale o per convogliare l’acqua. In questo caso al mulino viene collegata la cosiddetta “vite di Archimede”. Le pale possono girare ad una velocità di 20 km/h.
Le Saline di Marsala sono sicuramente una delle migliori cose da vedere nella Sicilia occidentale e nella fattispecie si trovano nella Riserva naturale orientata Isole dello Stagnone che comprende 4 isole: l’isola di Mozia, Schola, Santa Maria e l’isola Grande.
Qui potrete ammirare pittoreschi mulini a vento inseriti in un paesaggio costituito da canali, vasche di acqua marina e montagne di sale ancora da lavorare. Il panorama è di eccezionale bellezza per via di un paesaggio totalmente naturale dove il tempo pare essersi arrestato.
Data la particolarità del luogo, sin dall’antichità e anche per via di Mozia, questo era un centro di scambi commerciali molto importante dove avvenivano affari tra Occidente ed Oriente. I primi a comprenderne l’importanza furono i Fenici.
D’altronde la salicoltura è sempre stata importante sin dall’antichità. Oggi, passeggiando tra questi specchi d’acqua, non si può che rimanere colpiti dai colori che acquistano delle singolari sfumature rosate.
Chi visita le antiche Saline di Marsala si immerge in un insolito e suggestivo paesaggio costituito da sentieri adatti per fare passeggiate o praticare del trekking, ammirando i singolari mulini a vento, le vasche utilizzate per l’evaporazione dell’acqua del mare e la naturale formazione del sale. Non è affatto raro vedere delle vere e proprie montagne bianche di grani di sale marino protetti da tegole di terracotta.Oltre a questi aspetti, una passeggiata all’interno delle Saline di Marsala permette di imbattersi in diverse specie botaniche, uccelli rari e farfalle che risultano essere molto interessanti soprattutto per gli amanti del birdwatching.Se apprezzate la natura e siete appassionati degli avvistamenti di uccelli, le Saline di Marsala rappresenteranno un interessante luogo di studio e di osservazione. Gran parte della fauna è composta da numerose specie di uccelli tra i quali i Fenicotteri Rosa, il Cavaliere d’Italia, il Fratino, il Corriere grande, i Churlì dal becco ricurvo, i Magnattai e molte altre.
Lungo le coste della Sicilia orientale a pochi chilometri da Siracusa è poi possibile visitare la riserva del Ciane-Saline. Si è istituita per rivitalizzare e proteggere il papiro, pianta acquatica di origine egiziana, forse introdotta in zona già nel III sec. a.C., che cresce lungo le rive del fiume. Questo ambiente fluviale rappresenta l’habitat ideale per la sopravvivenza di molte specie di uccelli stanziali e migratori: cavalieri d’Italia, gallinelle d’acqua e vari trampolieri di grosse dimensioni. Di grande suggestione è la fonte del fiume Ciane, scenario di miti e leggende, dove si forma un laghetto circolare caratterizzato dal colore verde-azzurro. Il nome del fiume deriva non a caso dal termine greco cyanos, che si riferisce a questa sfumatura di colore. Il fiume Ciane può essere risalito dalla foce con le barche a remi o a piedi con percorso che richiede al massimo due ore. Giunti alla foce si ammirano i resti delle saline ormai abbandonate.
Sempre a pochi chilometri da Siracusa si trova la riserva naturale delle saline di Priolo (anticamente note come Saline Magnisi dal nome della penisola attigua) la storia cui storia è quella di un bacino poco profondo, comunicante con il mare, che deve la sua fortuna alle favorevoli condizioni climatiche del luogo in cui giace. È grazie alla poca piovosità ed al persistente soleggiamento dell’area che si formò questa zona di circa 80 ha produttrice di sale sin dall’epoca della fioritura delle colonie greche. Condicio sine qua non per i floridi commerci del sale è il connubio con le tonnare, dove il sale è necessario alla conservazione del tonno. È quasi inutile ricordare la vicinanza delle saline Magnisi alla Tonnara di Santa Panagia, prossimità di lapalissiano beneficio per la produzione delle saline.
Oggi le saline di Priolo costituiscono una riserva naturale.
La riserva è stata istituita nel 2000, e dal 2013 al 2017 il numero di visitatori, di cui molti stranieri, è piacevolmente aumentato dai 50 annui ai 17.200. Questo è segno che la zona inizia ad essere un punto di riferimento ed una tappa di parecchi itinerari di viaggio.
Questo sito naturalistico è unico nel suo genere, sia per il contesto davvero particolare in cui si trova, sia perché è l’unico sito di nidificazione di fenicotteri in Sicilia (i fenicotteri rosa possono però essere osservati anche in altre zone dell’isola).
Questa riserva è rifugio per il 40% delle specie di uccelli osservate in Italia.
I fenicotteri arrivano alla riserva tra gennaio e febbraio ed entro aprile avviene la nidificazione delle uova. Ogni coppia di fenicotteri metterà alla luce un solo
Un tour che attraverso il sale donerà un esperienza unica nel suo genere.
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